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Alba Fucens: Antica colonia romana

Alba Fucens, una città silenziona che conserva le tracce della presenza romana nel suo territorio, avvolta nel verde e ricca di tradizioni. Il nome di Alba Fucens forse non vi dice niente, ma indagando più a fondo si scopre uno dei siti archelogici più importanti d’Italia. La città si trova in provincia dell’Aquila in Abruzzo e conserva tracce di un antico foro romano, del mercato, delle terme con splendidi mosaici, anche se il sito più pregiato è l’anfiteatro. Il nome della città ha anch’esso un’origine molto suggestiva. Il nome Alba deriva dal fatto che dalla cittadina si poteva ammirare l’alba sul Lago del Fucino, oggi completamente prosciugato. Questa sua fantastica posizione le ha fatto ottenere l’appellativo di balcone della Marsica.

Una visita a questa antica città romana vi farà capire com’era la vita al tempo dei Romani.

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La storia di Alba Fucens

Alba Fucens era il nome dato dai Romani a una città originariamente costruita dagli Equi e poi occupata dai Marsi nel IV secolo a.C., che la chiamavano Fucentia. Costruita su un altopiano a circa 1000 m s.l.m. sotto le maestose cime gemelle del Velino, Alba Fucens dominava la valle del lago Fucino, il secondo lago più grande dell’Italia centrale con una superficie di circa 200 kmq, dove la pesca era una risorsa vivace e si svolgevano anche battaglie navali da parte dei Romani. Il lago fu parzialmente prosciugato dai Romani sotto Claudio e poi dal principe Torlonia alla fine del XIX secolo. Tra il 321 e il 303 a.C. i Romani avevano sconfitto l’alleanza italica dei Marsi, dei Peligni, dei Vestini, dei Marrucini e dei Frentani, e decisero di fondare una colonia di 6000 abitanti a Fucentia – Alba, per controllare tutto il territorio; Alba Fucens, i cui abitanti erano chiamati Albenses, divenne una città ricca e potente, nel 301 fu persino autorizzata ad avere una propria zecca e nel 191 a.C. divenne un municipium. Alba Fucens nel I secolo era diventata la più famosa città romana dell’Aprutium, un centro chiave sulla via Tiburtina Valeria, che collegava Roma all’Adriatico. La popolazione venerava soprattutto Giove ed Ercole e le supreme cariche cittadine erano i “praetores” e più tardi i “quattuorviri iuredicundo”. La sua distruzione e il suo oblio, come per tutte le città romane, furono una conseguenza della decadenza dell’Impero romano e dell’invasione dei barbari. Nel Medioevo fu costruito un castello su una piccola collina proprio sopra la città romana, distrutta dai barbari. Sulla collina opposta, dove probabilmente sorgeva un tempio romano, i monaci benedettini costruirono la bella chiesa romanica di S. Pietro, con un convento dove oggi è stato allestito un nuovo museo archeologico. Per migliaia di anni il luogo è stato abbandonato alle devastazioni e ai saccheggi, finché nel 1949 una joint venture tra il Governo italiano e l’Università belga di Lowain ha dato il via agli scavi che sono proseguiti per decenni sotto la direzione di archeologi di fama come F. De Visscher, F. De Ruyt, J. Mertens e L. Reekmans dell’Università di Louwain, e M. de Laet dell’Università di Gand, senza la cui preziosa competenza e il cui impegno questo grande progetto non avrebbe mai preso vita. Riteniamo che questa cooperazione internazionale sia una prova importante di ciò che si potrebbe fare in Italia e altrove per preservare i tesori della cultura dell’umanità. Chiesa-romana-San_Pietro-Alba-Fucens

L’ingresso delle rovine

Le rovine offrono uno spaccato della vita della città romana: le antiche strade, il Foro, l’anfiteatro, le porte e il centro del mercato, le terme, il Macellum, le case quadrate, il sofisticato acquedotto e il sistema fognario. Alba Fucens conserva ancora le massicce mura che si estendevano per oltre 3 km, dove si aprivano quattro porte: Massa a est, Fellonica a nord, Massima a ovest e la porta sud. A sinistra l’ingresso scendendo dalla strada, sullo sfondo la chiesa di San Pietro, dove è facilmente visibile l’antica strada romana che attraversava il centro urbano.

Il Decumano

La strada è il Decumanus maximus, la via principale della città che faceva parte della Tiburtina Valeria che andava da Roma all’Adriatico. Il colonnato proteggeva una serie di botteghe per consentire ai compratori di camminare comodamente anche in caso di maltempo. Nelle piccole botteghe si esercitava un’arte (uno scrittore che gli analfabeti pagavano per farsi scrivere le lettere, un gioielliere, un sarto) o un mestiere (armaioli, vasai ecc.). strada-principale-Alba-Fucens

Il santuario di Ercole

Questa è l’aula (cella sacra) del santuario di Ercole. Ercole era venerato in tutta la zona e qui è stata ritrovata, restaurata, una gigantesca statua in marmo del dio seduto (Hercules epitrapezios, cioè Ercole seduto a un banchetto, che solleva una coppa con la mano sinistra e si appoggia alla clava con la destra), che oggi accoglie i visitatori all’ingresso del Museo Archeologico di Chieti.

La piazza del mercato

Ci sono dei locali coperti, il cui uso non è chiaro. ci sono anche dei basamenti di pilastri, quindi il mercato era sicuramente coperto. A sud-ovest l’ampio ager fucense, diviso in appezzamenti regolari, era coltivato dai contadini che forse venivano al mercato per vendere i loro prodotti, animali e uova, oggetti di artigianato, e per acquistare ciò di cui avevano bisogno.

I bagni

Si tratta probabilmente di una stanza all’interno delle terme che, con il foro, era un altro centro fondamentale della vita sociale, aperto in orari particolari anche alle donne. In queste stanze si praticavano massaggi, rasature (i cittadini romani venivano epilati da schiavi con la cera), cure della pelle, ginnastica, ecc. da parte di schiavi specializzati. Finora non sono state trovate tracce delle tre tipiche piscine romane (frigidarium, tepidarium e calidarium).

Villa Urbana

Una “villa urbana” era la casa di qualche persona ricca e importante. Queste grandi “villae” erano la residenza cittadina delle grandi famiglie del luogo, e di solito avevano anche stanze per la servitù, erano collegate alla rete fognaria, avevano un pozzo nel cortile, una cantina per il ghiaccio e le provviste, e stanze per la famiglia al piano superiore. L’ampiezza dei muri suggerisce almeno un secondo piano.

Negozi

Le botteghe e le case a est sembrano più ricche di quelle a ovest, probabilmente perché erano quelle che i visitatori esterni incontravano per prime. I muri rimanenti fanno pensare a una lunga fila di case bifamiliari, con un muro in comune – che aiutava a mantenere il calore in un clima così freddo -, muri interni e quasi sempre un foro di collegamento alla rete fognaria sotterranea. L’acqua arrivava probabilmente alle fontane pubbliche collegate all’acquedotto. È possibile notare anche la tecnica costruttiva mista, che qui presenta pietre grandi nelle fondamenta e pietre più piccole, insieme a mattoni rossi, nei muri.

Il Foro

Un’ampia area rettangolare dove le basi di enormi colonne (nella foto) e i larghi fori per le fondamenta su pali di legno suggeriscono ancora le enormi dimensioni della struttura. Il foro era il luogo di incontro dei cittadini romani, dopo essere stati alle terme, dove si discuteva di politica, di altre questioni importanti e sicuramente anche di curiosità. Aperto gratuitamente dall’alba al tramonto. Se ci si reca all’ufficio turistico nella piazza 100 metri prima del parcheggio, è possibile ottenere un piccolo opuscolo gratuito e una visita guidata di 1 ora e 45 minuti, i prezzi possono variare.

Dove si trova Alba Fucens

Alba Fucens è situata ai piedi del Monte Velino, nel territorio del recente Parco Regionale del Velino Sirente e fa parte del comune di Massa d’Albe in provincia dell’Aquila, Abruzzo, Italia. Un pò di storia contemporanea: Albe ha una straordinaria quantità di storia per essere un luogo così piccolo. Dopo il catastrofico terremoto della Marsica del 1915, l’area intorno alla collina di S. Pietro fu scelta come sito per ospitare parte dei sopravvissuti alla tragedia. Alcuni anni dopo, le baracche temporanee in legno furono trasformate in edifici antisismici e il sito divenne un insediamento stabile. Durante la seconda guerra mondiale il villaggio di Albe fu considerato un luogo di importanza strategica per le forze naziste: il feldmaresciallo Kesserling posizionò una batteria di cannoni antiaerei sulla terrazza settentrionale del paese e l’intera area fu occupata. Solo nel 1949 il villaggio iniziò a svelare i suoi tesori: erano già visibili strutture preromane come fortificazioni e mura, ma una missione archeologica guidata dallo storico belga Fernand de Visscher riportò alla luce l’anfiteatro, il foro e il quartiere commerciale di Alba Fucens, un tempo gloriosa e vivace colonia romana lungo la via Tiburtina Valeria.

Info Massa d’Albe

Il clima è salubre, arioso e secco. A breve distanza si trova la Piana del Fucino, con gli importanti centri di Avezzano, Magliano, Celano e Pescina.

  • Altitudine: 865 m s.l.m.
  • Distanza da L’Aquila: circa 50 km
  • Popolazione: circa abitanti
  • Codice postale: 67050
  • Prefisso telefonico: +39 0863:

Cosa vedere a Massa d’Albe

  • Alba Fucens
  • Tre sorgenti d’acqua, tra cui Fonte Corona, rinomata per le sue qualità curative
  • La chiesa della Madonna di Ripoli
  • La chiesa dell’Immacolata
  • Il Santuario della Madonna del Fulmine
  • Il Monte Velino, appena sopra il paese.