Dalle tracce di tesori dei Sassoni alle infrastrutture realizzate durante la dominazione dell’Impero Romano, la Gran Bretagna è ricca di siti archeologici che ne ripercorrono la storia. Scoprendoli si possono vedere le molteplici sfaccettature di questo antico e affascinante Paese. Ma quali sono i più importanti e significativi? Vediamoli insieme.
Sutton Hoo
Quando si parla di scoperte archeologiche in Gran Bretagna, la più impressionante è senza dubbio quella di Sutton Hoo, un sito di sepoltura reale dove sono stati portati alla luce moltissimi tesori risalenti al Medioevo. La scoperta è stata fatta nel 1939, quando un archeologo alle prime armi trovò un tumulo dalla forma particolare, simile al profilo di una barca lunga 27 metri. All’interno di quella che era effettivamente una barca, completa di camera centrale, sono stati ritrovati moltissimi manufatti che sarebbero appartenuti ad un antico re anglosassone, di cui però si ignora ancora l’esatta identità. Spade, vasi, argenteria bizantina, fibbie, monete e molto altro è stato recuperato e riportato a conoscenza della cittadinanza britannica e mondiale.
La maggior parte di questi tesori è esposta al British Museum di Londra, tuttavia il sito archeologico di Sutton Hoo resta una tappa fondamentale per chi desidera ripercorrere le grandi tappe dell’archeologia britannica.
Stonehenge
Se quella di Sutton Hoo è la scoperta archeologica più impressionante della Gran Bretagna, Stonehenge è il sito più rappresentativo e misterioso del Paese. Ubicato nell’Inghilterra meridionale, per la precisione nella Piana di Salisbury, il famoso circolo megalitico ha circa 4.000 anni ed è ancora oggetto di dibattito in merito alla sua funzione e storia.
Se in passato molti studiosi avevano attribuito l’edificazione di Stonehenge ai Druidi, ossia alla classe sacerdotale celtica, con il passare dei secoli e lo sviluppo delle strumentazioni utilizzate per l’analisi dei reperti, questa teoria si è rivelata infondata. La ragione è semplice: la civiltà dei Celti vede la presenza della casta druidica solo in un periodo successivo al 300 a.C., ma questo periodo è troppo recente perché possa essere collegato alla costruzione di Stonehenge. Il sito resta quindi avvolto nel mistero. Tra le numerose teorie che lo riguardano, le più accreditate lo vedono come un tempio deputato allo svolgimento di riti sacri o come un antichissimo osservatorio astronomico.
Le terme di Bath
Ubicate esattamente al centro della cittadina alla quale danno il nome, le terme romane di Bath risalgono indicativamente al 60-70 d.C. e sono state scoperte alla fine del diciannovesimo secolo. Il sito comprende i resti di un vasto tempio e di un complesso di bagni termali afferenti ad un piccolo insediamento chiamato Aquae Sulis.
Di particolare bellezza il Great Bath, alimentato ancora oggi da una sorgente termale calda. Gli spogliatoi antistanti invece presentano una rudimentale forma di riscaldamento, che rappresentava però una grande forma di tecnologia se consideriamo l’epoca. Tanti i reperti archeologici raccolti nella ragion e visibili in questo interessante sito archeologico, tra cui ricordiamo il Beau Street Hoard: una collezione di oltre 17.000 monete di epoca romana ritrovate in città.
Vindolanda
Storica base di guarnigione del Vallo di Adriano in Gran Bretagna, Vindolanda racconta la storia del più remoto avamposto romano di cui siamo a conoscenza. Qui, per tutto il periodo dell’occupazione dell’Impero, sono stati di stanza i militari chiamati a proteggere e difendere i territori circostanti. A fronte di scavi regolari, gli archeologi stanno progressivamente ricostruendo la storia di tutte le popolazioni che hanno abitato quest’area. Molti dei reperti sono oggi esposti nel museo che è sorto in prossimità del sito archeologico, circondato dalla magnifica campagna del Northumberland. Qui si possono ammirare anche i resti di un complesso termale, di un tempio e di alcune baracche. Stando ai rilevamenti degli archeologi, l’insediamento di Vindolanda sarebbe stato demolito e ricostruito per ben nove volte.
Bignor Roman Villa
I resti della villa romana di Bignor si trovano al centro del South Downs National Park. Sono stati scoperti nel 1811, quando un contadino colpì con il suo aratro la pavimentazione della villa, e appartengono ad una residenza rurale di grande pregio, datata al 2° secolo. Mosaici, ceramiche e un sito per la sepoltura di alcuni bambini sono tra i ritrovamenti più importanti degli archeologi che hanno scavato in questa zona. In particolare, i magnifici pavimenti decorati della villa giungono a noi quasi completamente intatti, testimoniando la grandezza dell’artigianato dell’epoca.
Callanish Stones
Tra i siti archeologici più antichi della Gran Bretagna ci sono le Callanish Stones, risalenti a 5.000 anni fa e situate nella Isle of Lewis, in Scozia. Composto da tredici pietre disposte ad anello, con un monolite centrale e cinque linee di pietre erette che si collegano alla struttura centrale, questo sito ha un grande valore in termini rituali e astronomici.
L’esatta finalità delle Callanish Stones non è ancora chiara. Il Visitor Centre di Calanais, che ne approfondisce la storia e ne indaga la struttura, ipotizza i diversi utilizzi del sito neolitico. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di una tomba con una camera sepolcrale, altri sostengono che si tratta di un complesso legato alle fasi lunari. La sua vera storia resta però ancora avvolta nel mistero.